Diversi utenti mi chiedono cosa poter fare per proteggersi dalle nuove minacce Meltdown e Spectre. Queste sono minacce che praticamente coinvolgono quasi tutto l’installato, non c’è quindi nessuno escluso, nemmeno i Mac. Non c’è antivirus che risolva il problema, purtroppo si può solo attendere che i sistemi operativi (Windows, iOs, etc) ed i vari browser rilascino degli aggiornamenti. Un bell’articolo, semplice lo potete trovare qui.
Sempre più interconnessi
Cari imprenditori, chi non l’ha ancora fatto, deve pensarci, prima che la concorrenza lo faccia al posto vostro. E’ necessario interconnettersi!! Dato un occhiata a questo articolo, leggerete delle testimonianze di aziende che hanno investito in industria 4.0 e i benefici che ne hanno tratto. Provate ad immaginare la vostra azienda, con gli occhi di vostro figlio: potrebbe essere un punto di vista diverso, non necessariamente migliore, ma diverso.
GDPR
General Data Protection Regulation, o come tutti lo chiamano GDPR, è il nuovo regolamento europeo in materia di sicurezza e protezione dei dati all’interno dei confini dell’Unione Europea. A differenza di una direttiva questa non richiede alcuna forma di legislazione applicativa da parte degli stati membri è già in vigore dal 24 maggio 2016 e sarà direttamente applicabile dal 25 maggio 2018. Con questo regolamento, tra le altre attività, si vuole analizzare e valutare in maniera preventiva i possibili rischi per la sicurezza dei dati. Questo comporta la necessità di saper governare i propri database, gestire i rischi, prevedere quali saranno i comportamenti dei dei sistemi di sicurezza in caso di violazioni dall’esterno. In questo caso, è necessario comunicarlo all’autorità di controllo e al soggetto interessato. IL GDPR impone che si debba garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio; da un punto di vista informatico è necessario analizzare l’eventuale distruzione, perdita, divulgazione, modica o anche solo accesso ai dati personali, utilizzando strumenti che possano garantire riservatezza (pseudonomizzazione dei dati e la loro cifratura) , integrità, disponibilità, resilienza e ripristino tempestivo dei dati. Per ottenere ciò è necessaria una fase di assesment dell’attuale situazione, per capirne i rischi. Il titolare del trattamento dei dati deve poter essere eventualmente in grado di dimostrare che ha messo in atto misure tecniche e organizzative adeguate. Ora vediamo le sanzioni: fino a € 20.000.000 oppure fino al 4% del fatturato mondiale. Il valore della sanzione viene determinato in funzione del carattere dea violazione (se colposa o dolosa) e in funzione delle misure adottate.
Ceo: leader digitali
Se è vero che il leader è colui che trascina e se è vero che oggi le aziende devono essere 4.0, per la legge transitiva, un leader deve essere digitale. Qualsiasi azienda oggi deve comunicare, al proprio interno, come all’esterno, ma non può non comunicare, il rischio è quello di diventare dei “loser”. Ho trovato questo articolo leggetelo e ditemi cosa ne pensate.
Industry 4.0 e lo sviluppo culturale
In questo articolo viene riassunto molto bene quanto sia necessario un approccio “Industria 4.0” nelle PMI e viene anche evidenziato che se non andranno in questo senso, ahimè saranno destinate a soccombere alle grandi aziende o alle PMI degli altri paesi. Quanto è vero quado dice che “La capacità di leggere, analizzare gestire dati e informazioni diventa l’elemento fondante di ogni professionalità del futuro. Le decisioni, che una volta si potevano basare soprattutto sull’intuito, devono oggi lasciare il posto a razionali e quantitative analisi di contesto.”
Il cassetto digitale dell’imprenditore
In occasione della presentazione del nuovo servizio, il Ministro Calenda ha voluto specificare come il cassetto digitale dell’imprenditore “Sia un esempio virtuoso di come deve essere il rapporto tra pubblica amministrazione e imprese in un contesto 4.0”, inotre aggiunge che il piano Industria 4.0 “non è solo incentivi”, ma è anche “fondamentale far comprendere agli imprenditori come usare le opportunità che arrivano dalla digitalizzazione“. Infatti dal 13 luglio, 10 milioni di imprenditori italiani potranno accedere da smartphone e tablet in qualunque momento ai documenti ufficiali della propria azienda (quali visure, atti e bilanci del registro delle imprese, fino alle pratiche presentate presso gli Sportelli Unici delle Attività Produttive (Suap)). Questo servizio realizzato da Infocamere per conto delle Camere di Commercio, è raggiungibile al sito impresa.italia.it. Il presidente di Infocamere e della Camera di Commercio di Milano, Carlo Sangalli, ritiene che il cassetto digitale “avvicina milioni di imprenditori alla cittadinanza digitale, spingendoli ad utilizzare strumenti e tecnologie che possono renderli più competitivi anche a livello internazionale“. La nuova piattaforma, progettata secondo la logica del mobile first, è gratuita, in linea con i paradigmi di design promossi dal Team Digitale e da AgI ed è integrata con il Sistema pubblico di identità digitale (Spid), oppure accessibile tramite CNS. Inoltre l’imprenditore può consultare presentazioni ed altre informazioni che, spontaneamente, la nuova generazione di imprese digitali (oltre 8 mila sturt-up e Pmi innovative) ha inserito sul portale startup.registroimprese.it per una promozione in chiave social.
L’uso fuori controllo della e-mail
Sono ormai anni che sento da parte di tanti miei interlocutori, lamentarsi per il numero di mail che ricevono e a mio avviso sarebbe utile istruire le persone all’utilizzo. Quante mail riceviamo all’ora? E quante sono inutili? Pensate a quanto sarebbe più produttivo per tutti, ricevere solo mail alle quali possiamo dare il ns contributo. Ed invece no, mail su mail, per le quali il destinatario viene messo a conoscenza “perchè non si sa mai”. Altrimenti detto, chi come me ha avuto la fortuna di iniziare a lavorare quando non c’erano ancora le mail, se un problema arrivava sulla scrivania di una persona, questa doveva cercare di risolverlo; ed invece ora se lo stesso problema arriva allo stessa persona però in formato mail, questo viene inoltrato e poi ancora. A tal proposito ho anche trovato questo articolo dove vengono riportate alcune delle semplici regole per la scrittura di una mail. Proviamo a costruire assieme il corso all’utilizzo delle mail? Parto dalla prima domanda: chi invitare? Tutti o solo alcune figure?
Attenzione alle connessioni wifi!
Oggi ho trovato questo articolo, lo trovo molto interessante, perchè in effetti pochi di noi pensano ai rischi che si corrono quando ci si collega ad un wifi free, tutto questo solo per risparmiare un po’ di connettività… A mio avviso non vale la pena. Voi che ne pensate?
Email in cloud
Al momento esistono due macro categorie di email: la posta elettronica certicata (PEC) e la tradizionale posta elettronica. La posta elettronica tradizionale può essere gratuita o soggetta a pagamento; la prima però normalmente ha vincoli quali dimensioni ridotte di spazio disponibile, possibilità di essere lette dai gestori di posta, essere solo in POP3, etc. Oggi gli attori principali per la fornitura di e-mail maggiormente conosciuti sono: Google Mail, Microsoft Exchange On Line di Office 365 e poi una serie di altri attori più o meno conosciuti, ma questa lista si sta sempre di più riducendo. Attualmente la quota delle caselle di posta Gmail e Exchange On Line per il mercato italiano è pari al 6,5%, ma, grazie ai servizi offerti e alla forte campagna marketing, il trend è in aumento. A questo link si possono trovare i piani disponibili per Gmail, mentre a questo link si possono trovare i piani disponibili per Microsoft. Ciò che colpisce è il prezzo che entrambi applicano, ovvero a partire dai 3,4 € al mese (IVA esclusa) per ogni utente si può avere dai 30 Gb di spazio per l’archiviazione della posta, alla possibilità di creare riunioni virtuali video e voce, alla possibilità di condividere e modificare online i documenti, alla condivisione dei calendari. Altra cosa importante è che con questi piani, si può avere la casella di posta con il proprio dominio, quindi per esempio xxxx@tomatisroberto.it. A questo link potete trovare un interessante studio dove vengono paragonate le aziende che usano questi due servizi di posta elettronica.
Industria 4.0: Dr. Jackyll e Mr. Hide
Mi sono imbattuto su questi due articoli, dove il primo riporta uno studio condotto da TAG Innovation School, Cisco Italia e Intesa Sanpaolo, con il supporto dei ricercatori del Master in Digital Transformation per il Made in Italy ed enfatizza quanto è necessario “Industria 4.0” in quanto contribuirà alla riduzione dei costi, all’aumento di produttività, e al miglioramento della relazione con i clienti e dell’organizzazione interna. Anche in questo articolo viene evidenziato come la digitalizzazione delle aziende italiane è ben lontana dagli standard degli altri paesi industrializzati e il secondo articolo lo conferma, infatti viene evidenziato come ci sia ancora poco interesse in merito alle applicazioni, alle strategie e agli obiettivi. Alcuni pensano ancora ad Industria 4.0 come un’opportunità fiscale, lo è, ma va anche oltre, è un’occasione per cambiare mentalità.